Guardare lontano, osservare da vicino

Le attività di gestione di impresa potrebbero riassumersi in questa frase. Dovremmo avere la capacità di tenere d’occhio un orizzonte ampio e lontano ma allo stesso tempo quella di indagare anche il più piccolo dei fatti economici di un’impresa per capirla fino in fondo.

Ci sono due modi di camminare per le strade della città, di un posto mai visto, del mondo in generale. Il primo modo è quello di chi guarda dove mette i piedi, fa attenzione a ciò che calpesta, cerca di non inciampare e magari cadere. Il secondo è quello di chi guarda in alto, osserva quello che gli sta attorno, decide dove andare in base a quello che vede. Il primo modo è per chi pianifica, segue i piani, organizza e con metodo esegue. Il secondo è per chi cerca qualcosa di nuovo, scopre ciò che lo circonda, immagina e si lascia ispirare prima di scegliere. Ora la domanda è: che tipo di cammino è più giusto per chi deve guidare un’azienda, consigliarla, supportarla? Quale cammino deve scegliere per esempio un commercialista?

Questo è uno di quei casi in cui, secondo noi, la prima risposta non è quella che conta. Perché, se è vero che il nostro lavoro è fatto di numeri, conti e molta pianificazione, è altrettanto importante che abbiamo la capacità di vedere quali sono le prospettive, gli sviluppi, il futuro.

D’altra parte ci sembra che nella vita professionale quotidiana facciamo entrambe le cose. Utilizziamo metodo, precisione e accuratezza per studiare da vicino tutti gli aspetti di un’azienda: ci serve per poter conoscere nel dettaglio quello che accade, ricostruire i fatti economici, analizzare quelli finanziari, costruire bilanci e report che siano chiari, veritieri e utili. Poi, una volta che abbiamo capito come è veramente fatta l’azienda, alziamo la testa e cambiamo prospettiva. Dobbiamo essere in grado di individuare una strada tra le tante possibili, suggerire un’ipotesi tra le molte probabili, indovinare un consiglio giusto tra tutti quelli che potrebbero essere ugualmente utili, possibili, soddisfacenti. 

Quindi: il commercialista è un lavoro per creativi o per metodici? Ammesso e non concesso che queste due caratteristiche possano essere agli antipodi, quello che ci sentiamo di dire è che il commercialista, al di là di ogni immaginazione, è un lavoro per curiosi. Curiosi della conoscenza e della scoperta, consapevoli che per quanto bravi possano essere a leggere i numeri, non lo saranno mai abbastanza se non sapranno inserirli in un contesto più ampio, mettere in discussione quello che già sanno e cambiare il modo di guardare le cose. 

John Keating, l’energico e coinvolgente professore del film “L’attimo fuggente”, ammoniva i propri studenti dicendo: “È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva. Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovete provare”. È un buon proposito anche per un bravo commercialista.

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